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Chi siamo

VII - IX
  SECOLO

L'origine

Guido è un nome di origine germanica, già attestato nella forma contratta Wido o Wito dal VII secolo, quindi in età longobardica, che appare in Italia nella forma romanizzata Guido o Guidus con l’arrivo di queste popolazioni fin dal secolo IX, per diffondersi e diventare comune tra 1'XI e il XII secolo.

Origine Guido

XI-XII
  SECOLO

La nascita di Ranzo

Proprio tra l’XI ed il XIII secolo, più precisamente nel periodo dal 1050 ed il 1250, il territorio di Ranzo viene progressivamente insediato da famiglie provenienti dalle vicine località, attratte dalle terre facilmente coltivabili e ben esposte al sole sorgendo nel pendio collinare fra i meno ripidi della zona e, pertanto, più proficuamente terrazzabile mediante la realizzazione delle caratteristiche “fasce”.

Ranzo zona di confine

XV-XVI
  SECOLO

I Guido a Ranzo

Fra le famiglie che si stabilirono a Ranzo vi furono certamente anche i Guido, dei quali vi è traccia certa dal 1412, quando il vicario del vescovo Fieschi di Albenga nominò arciprete di Pogli il prete Filippo Guido di Ranzo (“de Rancio”). La Chiesa di San Pantaleo, eretta nel XV secolo su una chiesa preesistente di epoca romanica dell'XI secolo sulla strada di fondovalle, è impreziosita dalle opere dei Guido da Ranzo, pittori attivi dal quarto decennio del Quattrocento a Genova e poi nell'entroterra ponentino per almeno i primi quattro decenni del Cinquecento.

Chiesa San Pantaleo Guido

XVI-XVIII
  SECOLO

L’economia agricola

Diretta conseguenza della sua genesi è la spiccata vocazione agricola del territorio comunale, che ha da quasi subito visto convivere un’agricoltura di sostentamento, propria delle famiglie più povere dei braccianti, con alcune realtà di apprezzabili dimensioni in mano a pochi che nel tempo si erano assicurati i terreni migliori. Nel tempo l’economia agricola ha visto svilupparsi in maniera predominante la coltivazione dell'olivo e della vite, grazie alla tenace opera di terrazzamento dei pendii che ha consentito di sfruttare ogni centimetro di terra disponibile, le due attività che potevano garantire maggiore reddito grazie alla commercializzazione dell’olio e del vino.

dipinto

XIX
  SECOLO

La modernizzazione dell’olivicoltura

Tra il 1700 e il 1800 in tutta la Liguria, grazie allo sviluppo del commercio con l’estero, vi fu una crescente richiesta di olio di oliva ed ogni cittadina costiera aveva un suo approdo per l'imbarco di questo prodotto. Oltre all’aumento quantitativo dovuto alla maggior richiesta, il passaggio progressivo dal metodo di raccolta a mano della maggior parte delle olive cadute sul terreno a seguito della loro eccessiva maturazione, alla bacchiatura su reti, ha consentito un deciso miglioramento qualitativo del frutto e, conseguentemente, dell’olio estratto. La creazione di un moderno frantoio cooperativo nel 1953 nella frazione Canata (l’Oleificio Sociale di Ranzo e della Valle Arroscia, di cui la nostra famiglia è fra i soci fondatori) ha dato la possibilità a tutti i consociati di poter frangere direttamente le proprie olive a costi minori e di commercializzare direttamente l’olio da esse ottenuto.

frantoio Ranzo

XX
  SECOLO

La D.O.C. del Pigato

Più recentemente, alla fine degli anni ’80, il conferimento della Denominazione di Origine Controllata ai vini del ponente ligure fra cui il Pigato, ha fatto conoscere e valorizzare questo prodotto di assoluta eccellenza, profondamente legato al particolare terroir di Ranzo che, con il suo suolo ricco di minerali ed il clima caratterizzato dagli apprezzabili sbalzi termici autunnali, gli consente di esprimere al massimo i suoi peculiari sentori. Così il Pigato è passato dall’essere il vino “delle feste”, ovvero realizzato in piccole quantità e bevuto solamente in occasione delle più importanti ricorrenze, ad un ambasciatore di questo territorio nel mondo.

Grappolo uva Pigato

XXI
  SECOLO

L’azienda oggi

Queste iniziative hanno assicurato un adeguato reddito ai coltivatori che, con la loro presenza e con il duro lavoro, solo limitatamente meccanizzabile per via degli stretti terrazzamenti, hanno continuato a svolgere anche l’importante opera di custodia del territorio. È in questo contesto che l’attività di famiglia, passando dal trisnonno Donato al bisnonno Giovanni e, poi, al nonno Natale, si trasforma nell’attuale azienda che nel tempo ha acquisito nuove superfici e oggi si sviluppa su circa quattro ettari e mezzo di oliveto, esclusivamente di varietà Taggiasca, ed un ettaro e mezzo di vigneto, interamente coltivato a Pigato. La vendita dell’olio extra vergine di oliva e del Pigato D.O.C. avviene sia presso la nostra sede, situata in una storica dimora di famiglia nel Borgo di Ranzo, sia con spedizione a mezzo corriere in tutta Italia.

sede azienda